Kairòs
Per gli antichi greci c’erano almeno tre modi di indicare il tempo: Aiòn, Kairòs e Krònos.
Aiòn rappresenta l’eternità, il divino principio creatore, eterno, immoto e inesauribile
Krònos indica il tempo nelle sue dimensioni di passato presente e futuro, lo scorrere delle ore, il tempo convenzionale
Kairòs indica il tempo opportuno, la buona occasione, il momento propizio.
Kairòs ha quindi una natura qualitativa, rappresenta il “momento giusto o opportuno”, un momento nel quale “qualcosa” di speciale può accadere.
Abbiamo scelto questo nome per i rimandi simbolici che lo collegano al tempo della cura.
Il tempo della cura può essere inteso come l’inizio, il momento propizio per decidere di prendersi cura di sè stessi, il tempo giusto in cui è maturata la consapevolezza del proprio bisogno di essere aiutati.
Ma può rappresentare anche il tempo giusto nel senso della quantità di tempo opportuna da dedicare alla cura, il tempo opportuno e necessario alla terapia.
In ogni caso si tratta di un tempo che non può coincidere con il tempo convenzionale, la cura psichica non rappresenta un impegno tra i tanti della giornata o della settimana, è strettamente legata al tempo del proprio mondo interno che ha ritmi diversi rispetto al mondo esterno E’ legata al tempo di quella funzione tipicamente umana ed essenziale, nobile e altamente complessa, rappresentata dalla mente e dai pensieri e dagli stati emotivi che in essa prendono forma.
Nella lotta tra kairòs e chronos, kairòs è sempre stato perdente.
Ma la perdita, che per Krònos è rappresentata dalla sconfitta, dalla crisi, dalla malattia, se affrontata nel modo più adeguato e se aiutati a non soccombere, può rappresentare un trampolino di cambiamento e di miglioramento. Non si può fantasticare di non avere mai nessuna difficoltà, ma si può lavorare per affrontare le difficoltà nel miglior modo possibile e soprattutto in un modo che permetta alla nostra vita di essere degna di essere vissuta.